Non sono solo.
Nell'universo parallelo della tessitura ci sono entrato con E., apprendista cucitrice che trasforma i miei tessuti in opere di sartoria. Borse, sciarpe, coperte, tovagliette e asciugamano; ma anche camicie, gilet, poncho, maglioni. E. è sempre più brava, apprende da sua madre, grande camiciaia. Chi ci ha venduto la macchina da cucire ci dice che la camiceria è l'università della sartoria. E' vero.
Io ed E. giriamo per mercatini e manifestazioni, accompagnandoci ad altre persone che animano con noi le performance: chi tesse, chi fila, chi lavora a maglia. Chi vuole prova da se, muove le mani sul filarello o intreccia le navette sul telaio. E' divertente. A volte si vende anche qualcosa. Quasi sempre ci chiedono di tornare.
In questo periodo stiamo allestendo un piccolo laboratorio di tessitura, dove pensiamo di organizzare qualche attività che coinvolga un po' di appassionati in più: all'intorno se ne avverte la presenza, occorre adescarli.
Nel laboratorio troneggia un vecchio telaio tradizionale a pedali, gigante e silenzioso nella sua austerità, adesso ordito in cotone bianco con inserti blu, a tradire un destino da asciugamano.
E poi c'è un telaio a 4 pedali, molto artigianale, utile all'apprendimento.
Sul banco alcuni telai didattici a pettine liccio, oltre a due piccoli telai a 4 licci con comandi a levetta. Orditoi, rocchettatrici, macchine per cucire, filarelli completano la dotazione.
Non resta che partire.
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